lunedì 27 ottobre 2008

Sul lavoro editoriale


Qualche giorno fa ho ripreso in mano un libro che avevo comprato parecchi anni fa, e rileggendolo ho trovato alcuni passi che sintetizzano in maniera magistrale il lavoro sul libro che quotidianamente svolgiamo all'interno dello Spazio Sputnik.

Il libro si intitola Il lavoro editoriale, scritto da Dario Moretti e pubblicato da Laterza (prima ed. 1999, rist. 2005).

Il lavoro invisibile

«[...] se un libro è carico di errori di stampa, o composto con caratteri illeggibili, o difficile da trovare in libreria, la trasparenza che permette il contatto diretto con le idee dell'autore si annulla. [...] Il lavoro editoriale opera per passare inavvertito agli occhi dei lettori, pur essendo – anzi, proprio perché è – onnipresente.»

Il redattore

«[...] al redattore spetta il controllo puntuale, parola per parola, dei contenuti e delle forme: a pagina 112 del dattiloscritto compare a sorpresa un personaggio che risultava defunto a pagina 46? Il personaggio che si chiama Giuseppe fin dal primo capitolo diventa improvvisamente Giovanni? L'uso del congiuntivo non è del tutto ortodosso? [...] La bibliografia è incompleta e non ha la forma che gli esperti di biblioteconomia ritengono migliore? L'uso delle maiuscole è troppo generoso? Le sigle sono scritte talvolta tutte in caratteri maiuscoli, talaltra solo con la prima lettera maiuscola e le altre minuscole? Di queste minute incombenze (tecnicamente si chiamano preparazione e uniformazione dei testi per la stampa) si occupa il redattore [...]. Il ruolo del redattore è emblematico dell'invisibilità del lavoro editoriale [...]. Implica competenze culturali [...] di scrittura [...] tecnico-editoriali [...] tecnico-grafiche.»

Il grafico editoriale

«[...] il grafico rappresenta la cerniera tra il testo come creazione e il libro come prodotto, sta a metà strada tra la comunicazione e la tecnica, traduce le idee in oggetti. [...] si occupa di facilitare la percezione del lettore [...] perché la comunicazione scritta , alla cui sfera appartiene il libro, avviene attraverso la percezione visiva [...]: le parole sono insiemi di segni grafici, e per ottenere un libro – anche di solo testo - occorre qualcuno che pensi in termini di comunicazione visiva.»

Sputnik 1

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